Il codice dei contratti pubblici, emanato con il d.lgs 50/2016 è il provvedimento che disciplina in modo dettagliato la materia degli appalti pubblici.

Il codice dei contratti pubblici, meglio noto come nuovo codice degli appalti, è stato emanato in attuazione di tre direttive europee ed ha sostituito il precedente impianto normativo costituito dal codice adottato dal d.lgs 163/2006 e dal relativo regolamento.

Oltre alla necessità di rispettare le direttive comunitarie, il nuovo codice risponde all’esigenza di semplificare le procedure, incrementare l’efficienza del sistema e garantirne la trasperenza.

Con tale intento, il codice dei contratti pubblici si divide in sei parti: le prime due, in particolare, disciplinano il settore degli appalti pubblici, mentre le restanti parti disciplinano i contratti di concessione e altri istituti di rilevanza pubblica.

La prima parte contiene le norme che definiscono l’ambito di applicazione del codice, individuando di conseguenza i contratti esclusi. In questa parte si trovano anche le norme dedicate alla pianificazione, programmazione e progettazione dei lavori pubblici da parte delle stazioni appaltanti  e la definizione delle regole generali in materia di affidamento.

La seconda parte del codice è quella che contiene le norme di dettaglio di maggiore importanza.

In particolare, gli artt. 35 e 36 individuano le soglie economiche di rilevanza comunitaria, che permettono in concreto l’adozione di procedure e discipline diverse a seconda che si tratti di contratti di appalto di rilevanza comunitaria o sotto soglia.

Molto importante è il titolo dedicato  alle stazioni appaltanti che ne definisce i requisiti di qualificazione (art. 38), il raggio d’azione nella scelta tra le varie modalità di acquisizione delle forniture, lavori e servizi e il rapporto con le centrali di committenza.

Le procedure di affidamento.

Il titolo terzo della seconda parte è dedicato alle procedure di affidamento e individua le procedure di scelta del contraente nei settori ordinari: procedura aperta, ristretta, competitiva con negoziazione, procedura negoziata senza previa pubblicazione, dialogo competitivo e partenariato per l’innovazione.

Le norme di questo tipo disciplinano lo svolgimento delle procedure di scelta nei settori ordinari e  in particolare le modalità di redazione e pubblicazione dei bandi e di criteri per la selezione delle offerte.

Nei titoli successivi vengono individuati i criteri per l’aggiudicazione dell’appalto e le norme relative alla fase dell’esecuzione, tra cui trova posto l’art. 102 dedicato al collaudo e alla verifica di conformità.

La parte seconda del nuovo codice degli appalti si chiude con le disposizioni relative ai settori speciali come gas ed energia elettrica, acqua, trasporti, porti…

Le novità del codice degli appalti 2016

Rispetto alla precedente disciplina il nuovo codice è incentrato sullo snellimento delle procedure e sull’adozione di alcuni correttivi.

In particolare, si è cercato di risolvere uno dei principali problemi emersi in vigenza della precedente disciplina: il notevole incremeneto dei costi in cui sono soventi incorse, nella pratica, le stazioni appaltanti nel corso dell’esecuzione dei lavori.

Dappoi si è predispostoo un sistema che premia la qualità, attraverso il suo superamento del modello basato sulla progettazione preliminare e l’adozione, al suo posto, di un modello che prevede tre tipi di progettazione: il progetto di fattibilità, tecnica ed economica (che tiene conto anche dei fattori ambientali e degli interessi delle collettività), ilprogetto definitivo ed il progetto esecutivo.

Inoltre, ora le stazioni appaltanti e gli operatori economici devono possedere determinati requisiti di qualificazione.

Nell’ottica di una maggiore efficienza dell’intero sistema, particolare importanza riveste la decisione  di elevare a criterio preferenziale il criterio dell’offerta ecnomicamente più vantaggiosa, nell’ambito della procedura di scelta del contraente.

Infine, va rilevato il ruolo centrale dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) sia come ente di vigilanza che come fonte di linee guida per la disciplina degli aspetti di dettaglio.

Le riforme del 2019

Nonostante sia molto giovane, il nuovo codice degli appalti è già stato oggetto di molteplici riforme che ne hanno adattato il testo in maniera più o meno significativa.

Si pensi che, solo nel 2019, vi sono stati ben 6 provvedimento che hanno inciso sul codice in commento: il d.l. n. 14/2019; d.l. n. 32/2019; d.l. n. 34 del 2019; la L. n. 37 del 2019; la L. n. 56 del 2019e il d.l. n. 124/19.

Se gli altri hanno introdotto modifiche minime (anche se comunque significative), il decreto legge n. 32/19 ha invece apportato una profonda revisione dell’impianto codicistico.

In particolare, il cd. Decreto sblocca-cantieri ha previsto il ritorno alla tecnica regolamentare in luogo della predisposzione di linee guida da parte dell’ANAC, oltre alla  modifica di alcuni specifici istituti.

Tra le novità più importanti, l’ampliamento dell’ambito di applicazione dell’appalto integrato, l’incremento della soglia per l’affidamento diretto, la previsione di nuovi criteri di valutazione per le offerte anormalmente basse e la revisione di alcuni aspetti relativi alla disciplina dei subappalti.